Milano – Nonostante l'accordo raggiunto a inizio settimana tra sindacati e dirigenti dell'ospedale San Raffaele di Milano che permetterebbe di evitare una drastica riduzione del personale nel caso in cui non dovesse esserci approvazione da parte dei dipendenti i tagli inizieranno a essere messi in atto già da febbraio. La situazione dell'ospedale San Raffaele di Milano, uno dei più prestigiosi anche all'estero, continua a essere sempre difficile e il destino di centinaia di lavoratori è ancora in bilico proprio perchè dopo l'accordo raggiunto tra dirigenti e sindacati pochi giorni fa per evitare i licenziamenti (saranno comunque necessari alcuni sacrifici da parte di tutti) saranno proprio i dipendenti a decidee se approvarlo con un apposito referendum. La giornata di domani sarà però davvero cruciale dato che è in programma un'assemblea generale in cui la Rsu spiegherà nel dettaglio ai dipendenti della struttura l'andamento della trattativa romana, ma per capire meglio il punto di vista dei lavoratori sarà fondamentale l'appuntamento con le urne che saranno aperte da sabato 26 a martedì 29 gennaio, giorno in cui i sindacati dovranno comunicare all'azienda l'esito della consultazione. Se la maggioranza dei votanti approverà il piano di sacrifici economici, il 31 gennaio sindacati e dirigenti aziendali si ritroveranno a Roma per la ratifica definitiva e questo avrebbe come conseguenza principale lo stop ai licenziamenti, che in alternativa saranno messi in atto già da febbraio, ma per rimediare comunque alle perdite di bilancio le misure da attuare saranno riduzione a tempo (almeno fino al 31 dicembre 2014) del compenso annuo lordo del 9% medio (con punte del 10,3% per due categorie professionali), passaggio al contratto Aiop dal primo luglio 2013 con armonizzazione del trattamento delle matenità, disdetta dei contratti interni e smaltimento concordato delle ferie arretrate.
Chi pensava però che con questo accordo i 244 licenziamenti prospettati dalla proprietà fossero ormai definitivamente archiviati si sbagliava proprio perchè nel caso in cui al referendum vincesse il “no” già da febbraio i dipendenti del comparto verrebbero lasciati a casa, ma oltre a questo ci sarebbe anche una decurtazione permanente del 7% in busta paga, contratto Aiop dal primo gennaio 2014 e cancellazione di quarant’anni di accordi aziendali.
Le prossime ore quindi saranno davvero decisive per le migliaia di lavoratori del San Raffaele proprio perchè c'è la grande consapevolezza che in caso di drastica riduzione del personale si causerebbe anche un grave danno a tutto il settore sanitario in un periodo di crisi come questo in cui sempre più strutture attuano dei tagli. Anche i sindacati, però, su questo accordo si sono divisi: l'Usb, infatti, ha invitato i lavoratori a non approvarlo, mentre la Cisl, pur sottolineando che ci sono aspetti negativi che non possono soddisfare tutti i lavoratori si è impegnata a verificare costantemente l'andamento della situazione. Lo spettro delle lettere di licenziamento, che secondo alcune indiscrezioni sarebbero già pronte, è però dietro l'angolo e c'è la consapevolezza che ora c'è in gioco il futuro di centinaia di famiglie.